venerdì 9 maggio 2008
Copio e incollo da basketnet:
Giganti del Basket (100): Gianmatteo Sidoli e Raffaele Soavi
Per la verità, questa coppia di arbitri stava chiudendo l'attività in campo quando io sono arrivato in Italia nel 1973. Infatti, Gianmatteo Sidoli ha iniziato in Serie A con la stagione 1962-63 e ha terminato nel 1976-77. Il suo partner, Raffaele Soavi, ha iniziato nel 1969-70 e ha concluso nel 1978-79. Nella Serie A, Sidoli ha arbitrato 147 partite e Soavi 141. Si può dire che loro erano due dei 'fondatori' della 'scuola' Emilia-Romagna di arbitri. Non li ho avuto quasi mai perchè io allenavo la Virtus Bologna, 1973-78, e loro erano della stessa regione, quindi non potevano arbitrare le nostre partite.
Bisogna dire che gli arbitri di un tempo avevano meno possibilità di accumulare un numero alto di partite. Infatti, se esaminiamo la carriera di Gianmatteo Sidoli, ha fatto 111 partite di A o A-1 e 36 di A-2. Neanche una di playoff, formula che avuto inizio solo nella sua ultima stagione. Raffaele Soavi, invece, ha avuto 80 partite di Serie A-1 più 60 di A-2, e l'A-2 inizio solo nel 1974-75, e ha avuto una sola partite di playoff. Ovvio, loro erano penalizzati per i playoff perchè venne alla fine delle loro carriere e perchè sia la Virtus (sempre) che la Fortitudo (spesso) era coinvolta. Nondimeno, hanno avuto diverse partite importante fuori dalla Emilia-Romagna.
Raffaele Soavi era l'arbitro più tranquillo nel mondo. In una buona coppia, ci vuole anche questo. Non dico inamovibile. Dico solo tranquillo. Evitava i riflettori, la discussione, il contrasto, sia con i giocatori che con gli allenatori. Ho parlato con alcune persone di questo e molti dicevano: "So di avere avuto Soavi ma non mi ricordo quali partite. Ricordo solo che ci siamo scambiato i saluti e poco altro." Quindi, l'immagine di Soavi era uno che portava tranquillità a tutti, che non era in campo per fare il 'poliziotto' della situazione, che conosceva le regole, e che faceva tutto con il minimo spreco di gesti, di movimenti, di parole e di tempo.
Gianmatteo Sidoli aveva grande personalità in campo. Senza eccedere, è stato un personaggio, nel senso che tu sapevi che Sidoli ti stava arbitrando la partita. Lo dico in senso positivo: Con lui, non c'erano incertezze. Era anche un po' di showman senza, ripeto, esagerare. Aveva dentro il suo DNA l'amore per il basket e per gli arbitri. Infatti, è rimasto dentro l'ambiente, come giornalista (anche sugli arbitri), come dirigente di società (con la Reggiana), e nel settore proprio, con il CIA, come istruttore e, sopra ogni cosa, come promotore del settore, difensore degli arbitri, uno dedicato a migliorare la qualità del lavoro degli arbitri e le condizioni ambientali.
Mi dispiace non averli avuto quasi mai. Ovvio, questo veto contro arbitri della stessa regione della squadra sta cambiando. Quando vedo Joey Crawford, da Philadelphia, arbitrare, a Horizon Center di Philadelphia, una partita dei 76ers, nell'NBA, vedo una cosa che avrei voluto vedere qui in Italia diversi anni fa. Comunque, come ogni coppia di cui ho parlato qui dentro, questa era una coppia perfettamente affiatata e anche equilibrata, direi anche con la giusta compensazione fra le due personalità. E dico di nuovo: Se la regione Emilia-Romagna ha dato arbitri alla Serie A, diversi meriti vanno a questa coppia, che le ha tracciato la strada, diversi inverni fa.
Dan Peterson
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