martedì 8 aprile 2008

Pierluigi D'Este e Marcello Reatto



Copio e incollo da basketnet:

Giganti del Basket (70): Pierluigi D'Este e Marcello Reatto


Pierluigi D'Este
Come ho detto in altri articoli qui in questa rubrica, quando parlavo degli arbitri, che ci sono le 'scuole' di arbitri in Italia. Con questo, non voglio dire un 'palazzo' fisico, ma un modo di interpretare il lavoro del fischietto. Logico. Se un grande ex-arbitro insegna a Napoli e un altro a Roma, è logico che loro due, essendo persone diverse, insegneranno in maniere diverse e che loro 'prodotti' verranno influenzati da loro modo di vedere il lavoro. Succede, fra l'altro, negli Stati Uniti, sia nell'NCAA che nell'NBA.

Detto questo, D'Este e Reatto forse sono gli ultimi due ex-alunni di grido dalla Scuola Veneta. Devo dire, però, che loro due, almeno all'inizio delle loro carriere (spesso insieme, fra l'altro), erano un po' differenti dai loro maestri tipo Gino Burcovich o loro colleghi della regione, tipo Paolo Zanon. Anzi, gli dicevo spesso: ''Per me, voi due non siete Veneti! Con i Veneti, si può parlare. Con voi due, no!'' Non mi hanno mai dato un tecnico per questa 'provocazione', perchè la dicevo con sorriso, in modo ironico, per dire, ''Mi volete dare retta per un secondo, o no?''



Marcello Reatto
Erano anche due arbitri 'atletici'. Infatti, dicevo a loro, durante le partite: ''Volete stare fermi un secondo? Mi state facendo girare la testa.'' Oppure, ''Per me, non siete arbitri. Gli altri non fanno un passo più del necessario e voi sembrate Carl Lewis con l'adrenalina a mille!!'' Lo dicevo scherzando perchè ho apprezzato loro desiderio di essere sempre nella posizione giusta. Avevo capito che loro due si allenavano e anche forte. So che davano i test agli arbitri per resistenza, ecc. Mi immagino che D'Este e Reatto hanno lasciato molti, se non tutti, indietro e non di poco.

Erano (beh, Reatto, l'ho visto arbitrare l'altra settimana) erano anche arbitri 'tecnici'. Cioè, sposavano la conoscenza del libro del regolamento con una certa praticità tecnica in campo. Scherzavo con loro: ''Reatto, congratulazioni! Se l'unico arbitro in Italia che sa che un 'passo d'incrocio' non vuol dire infrazione di 'passi'.'' Comunque, ricordo il debutto di D'Este, nel 1983-84 (se non sbaglio), a Trieste, prima del campionato. Palla a due. Piiiip!!! Fallo sulla palla a due? Il cronometro dice: 19:59. Fallo dopo un secondo! Mi sono detto: ''Non male come esordio in Serie A-1!''

Sono diventati anche arbitri internazionali. Non solo questo, ma anche in Italia, hanno avuto delle partite importanti. Durante la stagione regolare, ci può stare una designazione curiosa. Nei playoff, però, cercano di mettere i migliori, e quelli veramente bravi nelle partite che scottano. Essendo loro due al di sopra delle battute (nonostante i miei tentativi di trasmettere buon umore a loro!!), erano davvero super partes. Erano tecnici, precisi, ma imparziali. Proprio il tipo di arbitri che ogni coach elogia dicendo, ''Mi sta bene avere lui anche in trasferta.'' Vuol dire la massima fiducia.


Dan Peterson

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