venerdì 18 aprile 2008

Giovanni Garibotti & Adolfo Marchis

Copio e incollo da basketnet:

Giganti del Basket (85): Giovanni Garibotti & Adolfo Marchis

Se uno riflette un attimo, è difficile ricordare arbitri dalla Liguria o dal Piemonte. Non riesco a spiegare questo fatto ma so che Giovanni Garibotti, da Chiavari nella Liguria, e Adolfo Marchis, da Ivrea Torino, nel Piemonte, hanno sfatato questo mito. Addirittura, partendo da così lontano da 'fiume principale' del basket in Italia, sono riusciti ad arbitrare partite della finale playoffs per lo scudetto e una finale di Coppa Italia, nel 1985, fra Ciao Crem Varese e Scavolini Pesaro. Non arrivi a questi traguardi senza avere fatto, prima, tanta strada. Le mie squadre hanno avuto loro due più volte. Ovvio, tranne quando giocavamo contro una squadra dalle loro parto. Ma visto che non c'erano tante squadre da lì, abbiamo avuto loro in coppia parecchie volte. Come in ogni coppia valida, non si può avere due personalità uguali. Ci deve essere Polo Nord e Polo Sud, senza sembrare un commento negativo, perchè non lo è. Ovvio, sto semplificando troppo le cose qui, ma mi ricordo loro bene: se volevo ascoltare qualcosa, mi rivolgevo a Marchis perchè lui era quello tecnico; se volevo dire qualcosa, parlavo con Garibotti, perchè lui aveva pazienza con me. Difficile spiegare quanto è difficile per un arbitro uscire da una regione senza una squadra in Serie A. Oggi, la Liguria, cioè, Genova, non ha una squadra in Serie A. Oggi, il Piemonte, ha Casale in Legadue e Biella in Serie A, ma non ha più una squadra a Torino, città 'luce' della regione. Era ancora più difficile 20-30 anni fa. Uno che viene dalla Lombardia, per esempio, forse ha una strada più in discesa perchè lui è subito 'esposto' al grande basket, grandi squadre, grandi allenatori, l'ambiente, ecc. Quindi, ripeto, venire da così lontano è il risultato solo di grande applicazione professionale. Devo mettere anche la parola 'passione' qui. Devo dire che questa è una componente fissa in ambienti dove l'amore guida tutto: ippica, bridge, golf, sport, anche arbitrare. Si nota in queste persone che gli sta bene parlare della loro passione tutto il giorno, senza stancarsi, senza annoiarsi, con l'idea sempre di imparare qualcosa, di sapere qualcosa, di migliorare. A mio avviso, è cruciale per il successo. Prendiamo i medici bravi: ogni mese fanno due settimane di aggiornamento e due di pratica in ospedale. Idem con gli arbitri e so per un fatto che questo è un denominatore comune fra Marchis e Garibotti. Infatti, Giovanni Garibotti è rimasto dentro il basket. Prima, è stato istruttore per gli arbitri, poi designatore, poi Presidente della CIA, Comitato Italiano Arbitri. Lo vedo spesso alle partite. Anzichè stare a casa o in ufficio, fa come ha fatto da arbitro: comunica con la gente con l'idea di risolvere -- e non creare -- problemi. E non è, per niente, un lavoro facile stare fra società e arbitri. Ma come l'ha fatto quando fischiava le partite importanti, lo fa ancora. Di nuovo, faccio a loro due il complimento che faccio spesso: Non mi ricordo una partita specifica che mi hanno arbitrato. Proprio come vogliono loro!

Dan Peterson

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