martedì 29 gennaio 2008

Ninì Ardito

Copio e incollo da basketnet.it:

Giganti del Basket (27): Ninì Ardito.

Spero che io non venga fulminato da un lampo dal cielo, ma includo un .... arbitro nella mia rassegna dei Giganti del Basket, il leggendario Ninì Ardito, Napoletano purosangue. E non sarà l'ultimo. Come c'è un 'triangolo' generale del basket (pubblico, media, squadre), c'è anche uno più specifico in campo: allenatori, giocatori, arbitri. Senza questi, il basket non c'è. Con questo, arrivo a Ninì. Cosa chiede un coach ad un arbitro? Tre cose, un altro triangolo: conoscenza del basket (non solo il regolamento), imparzialità, e personalità (polso, convinzione, sicurezza). Ninì Ardito aveva tutto questo. Sopra ogni altra cosa, grande personalità e simpatia. Quando lui arbitrava (sempre in coppia con il grande Vittorio Compagnone, coppa di lusso, spezzato con la morte di Compagnone), se io mi alzavo dalla panchina per protestare, lui mi diceva, "Napoleone! Siediti!" Non sapevo se il 'Napoleone' era un complimento o un'offesa. Mentre ponderavo le due possibilità, mi sedevo in panchina. Poi, passava Ardito, strizzando l'occhio, e mi chiedeva: "Napoleone, come va?" Cosa puoi dire a uno così. Ecco il segreto dell'arbitro: Non fare il 'poliziotto,' ma fare il 'compagno' dei giocatori e degli allenatori. Sia chiaro, ho perso le partite con Ninì. Il mio primo anno a Bologna, 1973-74, il leggendario Cesare Rubini venne a Bologna per giocare con l'Olympia Milano, targata Innocenti. Siamo sopra, loro in difficoltà. Rubini, che fumava in panchina, si alza e va in campo. Tecnico fischiato da Ninì. Rubini, immenso, non si scompone: spegne la sigaretta sul parquet e cammina lentamente verso la panchina. Partita rovesciata in un gesto. Ardito mi passa davanti. Io a lui: "Arbitro! Io non fumo, ma se vengo in campo a beccare un tecnico, mi farai qualche regalo anche a me?" Penso che lì sia nato il sopranome "Napoleone." Ogni tanto Ninì mi chiama. Nessun motivo. Amicizia e basta. Gli chiedo sempre di raccontare le storie di Napoli. Nessuno più forte di lui in questo. Una così. Traffico intenso sull'arteria principale di Napoli. Uno 'scugnizzo' sbuca da non si sa dove, cammina sopra i cofani di 5 macchine per arrivare ad un camion pieno di frutta e ruba una mazza di banane. Lo scugnizzo scende di corsa e si sbatte subito contro un poliziotto. Oddio! Cosa succede? Poliziotto allo scugnizzo: "Guaiù. La prossima volta, prendi meno!" L'ho raccontato malissimo ma il senso è quello. Ci vuole Ninì per la versione più divertente. Ninì Ardito è rimasto vicino agli arbitri. Quando non poteva più correre per il campo, come altri suoi colleghi, ha aiutato loro settore con istruzione, corsi, fatto commissario, e via dicendo. Ogni tanto sento uno dire: "Come può migliorare quel settore se i vecchi arbitri insegnano cattive abitudini ai giovani arbitri?" Dico solo questo: Gli arbitri più forti che abbiamo mai avuto in Italia sono stati quelli dei miei tempi. Lo dico con tutto rispetto per quelli di oggi, che sono bravi. Forse sono poco parziale e troppo nostalgico, ma non guardavo nemmeno quando c'era Ardito e Compagnone. E non solo loro.

Dan Peterson

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